25/10/2023

PARADISET BRINNER di Mika Gustafson
Una fiaba a tre. Trinità che brucia non di inferno ma d’amore

Tre sorelle, Laura (bravissima Bianca Delbravo), Mira (Dilvin Asaad) e Steffi (Safira Mossberg), si muovono libere e anarchiche in una Svezia periferica, dove il tempo prospetta l’arrivo dell’estate e lo spazio lascia vuoti da colmare con la presenza dei corpi.
Premio Orizzonti per la Miglior Regia a Venezia 80, Paradise is burning (titolo originale Paradiset Brinner), è “una dichiarazione d’amore – si direbbe intima e mai sdolcinata – alla sorellanza”.

La regista Mika Gustafson racconta uno spaccato della delicata esperienza di crescita (le sorelle hanno 16, 12 e 7 anni) che ci si trova costretti a vivere quando non c’è uno sguardo adulto di cura a vegliare dall’alto. Una madre scomparsa da mesi, un padre mai nominato, un vicinato quasi fantasma e uno stato che fa capolino dall’altra parte del cellulare solo attraverso la voce degli assistenti sociali.
Una vita percepita come un gioco, un guardia-e-ladri all’insegna della sopravvivenza e della solidarietà adolescenziale. Contro il rischio di vedersi staccare dal proprio corpo anche quegli unici due pezzetti d’amore rimasti, Laura, la maggiore, incontra Hanna (Iva Engvoll), neomamma non ancora pronta a esserlo, proprio come la prima che, a suo modo, si prende cura delle sorelle ma appena può entra clandestinamente nelle case – sempre vuote – degli altri: non ruba oggetti materiali ma la loro quotidianità; un modo per diventare parte, anche solo per poco, di una vita più calda, sicura e ordinata di cui quegli appartamenti sono manifesto?
Sequenze alternate di interni ed esterni mostrano con naturalismo una Svezia singolare, aprono una finestra su un certo disagio giovanile. Le tre attrici selvagge ed euforiche trattengono gli occhi puntati, unità che si scinde in tre fatta di forza e vulnerabilità, prendono per mano chi è comodamente seduto sulle poltrone e lo accolgono nel loro clan tanto da far dimenticare qualche dinamica inverosimile in un film vuole parlare alla verità, al realismo sociale, alla voglia di vivere e di difendersi.

Rossella Grosso