14/10/2023

MAESTRO di Bradley Cooper

Figure di spalle, sempre intente a rivolgere lo sguardo a qualcuno; mani in movimento per seguire il ritmo di una storia apparentemente lineare, ma ricca di variazioni; e una musica incessante, essenziale, che colma i vuoti lasciati dalle parole e guida le altalenanti esistenze di amore e solitudine dei protagonisti.
Leonard Bernstein è l’ispiratore del secondo lungometraggio di Bradley Cooper, di nuovo in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia dopo “A Star is Born”. L’intreccio tra musica e vita è ancora una volta protagonista, in un’opera che è una vera esperienza artistica per lo spettatore, trascinato di teatro in teatro, in un susseguirsi di scene perfettamente dipinte e strutturate, sublimate dalle folgoranti interpretazioni di Bradley Cooper e Carey Mulligan.

“Maestro” è un film a due voci: da un lato Leonard Lenny Bernstein, l’artista dei due mondi, creatore ed esecutore, perdutamente innamorato di sua moglie e liberamente omosessuale; dall’altro Felicia Cohn Montealegre (Carey Mulligan è il vero astro di questo film), attrice, attivista, donna determinata e testardamente innamorata. Attorno a loro si dirama un sistema relazionale denso ed eterogeneo, nel quale ognuno è un po’ vittima del proprio amore per l’altro.
Ben presto, il biopic su Leonard Bernstein si rivela la storia di una donna e del suo amore per un uomo, della loro scelta di sedersi schiena contro schiena per costruire una connessione che ha a che fare con le menti, con le scelte compiute ogni giorno. La fotografia di Matthew Libatique fa scuola, i colori e la composizione poetica dei fotogrammi come tanti quadretti. La produzione (Spielberg e Scorsese, per citare due nomi) porta avanti un film che ha il fascino di un classico: Steven Spielberg in persona sceglie Bradley Cooper prima come interprete e poi come regista, in un atto di fiducia ben riposta, considerata la sua rinnovata e rinvigorita maturità dietro la macchina da presa.
“Maestro” è un film che si lascia scoprire e ascoltare a poco a poco, e non chiede per sé alcun giudizio che non riguardi l’arte; è un film sull’arte, sulle verità intime e personali, su un amore non convenzionale durato più di una vita.

Martina Dell’Acqua