04/10/2023

AKU WA SONZAI SHINAI – EVIL DOES NOT EXIST di Ryūsuke Hamaguchi

Il quarantacinquenne Ryūsuke Hamaguchi è uno tra i più affermati registi e sceneggiatori nipponici che si è fatto apprezzare in breve tempo con i suoi lavori nelle rassegne internazionali fino alla vittoria, nel 2021, dell’Orso d’argento Gran Premio della Giuria alla 71. Berlinale con “Il gioco del destino e della fantasia”, e nello stesso anno al 74. Festival di Cannes con “Drive my car” vincitore del “Prix du Scenario”, poi premiato come miglior film straniero agli Oscar 2022.

Alla Mostra del Cinema di Venezia è la prima volta che il regista porta un suo film in competizione e lo fa con il suo ultimo lavoro: “Aku wa sonzai shinai – Evil Does not Exist”. La storia è ambientata ai giorni nostri in un villaggio isolato nei boschi, Mizubiki, poco distante da Tokyo, dove gli abitanti, stretti attorno al loro amato anziano saggio sindaco, vivono in armonia a contatto con la natura. Tra loro vi è Takumi (Hitoshi Omika) una specie di “factotum”: esperto boscaiolo, fa lavoretti di manutenzione al parco, raccoglie l’acqua dai torrenti per l’approvvigionamento idrico di alcune attività, ecc). Takumi, vedovo, ha una figlia minorenne, Hana, che frequenta la scuola locale. I due sono molto legati e la bambina segue il padre per i boschi, dove apprende i suoi segreti e la vita fatta di momenti semplici e di meraviglie dei luoghi. A sconvolgere questo equilibrio è la proposta, da parte di un’impresa edile, di costruire accanto al villaggio un “glamping”, un campeggio di lusso, che però è destinato a modificare la rete idrica locale. Ne deriverà uno scontro dialettico tra i due rappresentanti mandati dell’impresa (un uomo e una donna, dei quali saremo partecipi delle loro vite personali durante un viaggio in auto) e gli abitanti del luogo, che manifesteranno i loro dubbi al progetto durante alcune assemblee pubbliche.

Il regista pone al centro del film il tema della sostenibilità ecologica e del rispetto delle culture locali che si vedono sempre più minacciate dall’avanzare delle speculazioni edilizie. La rottura di questo equilibrio tra uomo e natura avrà il suo apice nel finale sorprendente e drammatico, quando improvvisamente si perderanno le tracce della figlia di Takumi nel bosco; un luogo evocativo, come la stessa musica, della compositrice Eiko Ishibashi, ispiratrice del film, come le lunghe carrellate dal basso verso le chiome degli alberi. Un film semplice, ma che fa pensare. Il film ha ottenuto il Leone d’Argento, Gran Premio della Giuria a Venezia 80.

Andrea Curcione