23/09/2022

PADRE PIO di Abel Ferrara

Abel Ferrara è un regista e sceneggiatore italoamericano che nel panorama registico contemporaneo ha sempre realizzato lavori spiazzanti e anticonformisti. Nelle Giornate degli Autori è stato presentato in prima assoluta il suo ultimo lavoro, Padre Pio dove il regista tenta di raccontare lo spiritualismo del padre cappuccino nel periodo della fine della Prima Guerra Mondiale.

Il film si apre con il ritorno in Puglia, a San Giovanni Rotondo, dei soldati che hanno combattuto al fronte e hanno vissuto le atrocità della guerra. Ci sono i reduci che ritrovano i loro cari e poi le famiglie che ricevono la comunicazione che i loro mariti o figli sono deceduti o dati per dispersi. È in questo momento che il giovane frate Francesco Forgione arriverà a San Giovanni Rotondo per esercitare il suo ministero in un convento di cappuccini e dove vi resterà fino alla sua morte avvenuta il 23 settembre 1968. Ed è in questo luogo che il frate manifesterà la sua aura carismatica, fatta di santità e visioni epiche di Gesù, di Maria e di manifestazioni del Diavolo. Un uomo dal temperamento forte e sanguigno (drammatico l’incontro-scontro con la borghese nazionalista interpretata da Asia Argento).

La sua storia quindi si interseca con i fatti drammatici di un’Italia che respirava una prima aria di libertà. Si assiste allo scontro tra contadini che intendevano appropriarsi delle terre incolte e i proprietari latifondisti che già manifestavano atteggiamenti fascisti e che culminerà proprio a San Giovanni Rotondo in un fatto cruento: il 14 ottobre 1920 in piazza Municipio vennero uccise 14 persone e più di 60 restarono ferite, quando le prime elezioni politiche che videro la vittoria socialista vennero soffocate nel sangue. E questo massacro per il giovane frate sarà come un segno di un evento apocalittico che cambierà il corso della Storia.
Sebbene il film spoglia di un’aura agiografica la figura del Santo, interpretato dall’attore statunitense Shia Labeouf (che per entrare in questo ruolo ha vissuto per qualche tempo in un Convento dell’Ordine dei frati minori cappuccini e durante questo periodo si è convertito al cattolicesimo) il lavoro procede senza però incidere molto nella figura umana. Il regista punta a immagini di preghiera e turbamenti mistici (lui in lotta con il Diavolo), dove il frate fa proprio il dolore della gente fuori dalle mura del convento; tuttavia, la contrapposizione tra le vicende dei contadini e le sofferenze del santo non lasciano troppo il segno.

Andrea Curcione