29/11/2021
THE POWER OF THE DOG di Jane Campion
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Dopo la realizzazione di altri due lungometraggi, un noir a tinte erotiche (“In the Cut”, 2003), il film in costume “Bright Star” (2009) e una serie televisiva (“Top of the Lake – Il mistero del lago” 2013-2017) la Campion ha ora presentato a Venezia in Concorso il suo ultimo lavoro: “The Power of the Dog”.
La storia, tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore Thomas Savage (pubblicato in Italia da Neri Pozza) racconta di due fratelli cowboys, Phil e George Burbank, che nello stato del Montana degli anni Venti gestiscono il grande ranch lasciato in eredità dai loro genitori; I due hanno caratteri molto diversi: Phil, il più grande (interpretato dall’attore Benedict Cumberbatch) si dimostra rude e crudele, George (Jesse Plemons) invece è più impacciato, mite e di buon cuore.
Quest’ultimo ha un debole per la bella vedova Rose (Kirsten Dunst) che gestisce con suo figlio Peter (Kodi Smit-McPhee) una locanda non molto distante dai loro possedimenti e le dichiarerà il suo amore. Lei accetta la sua corte, ma quando il fratello esporrà l’idea del fidanzamento a Phil, suo fratello la prenderà molto male: non accetterà che un’intrusa entri a vivere nella loro casa e farà di tutto per boicottare la loro storia, coinvolgendo anche il figlio di Rose, un ragazzo dall’animo sensibile e appassionato di studi di medicina.
Il film, girato quasi interamente in Nuova Zelanda a causa della pandemia, gode di una buona recitazione e in certi momenti richiama le suggestive atmosfere de “La valle dell’Eden”. Tuttavia nel suo svolgimento si dimostra un po’ lento e con un finale debole e un po’ scontato. Il film è stato premiato a Venezia con il Leone d’Argento per la Miglior Regia. Venezia porta fortuna a Jane Campion.
Andrea Curcione