12/10/2020

Khorshid – I figli del sole  di Majid Majidi

Il regista iraniano Majid Majidi, già candidato all’Oscar nella sezione miglior film straniero con l’opera I ragazzi del paradiso (Bacheha-Ye aseman), ci offre una delle più interessanti opere in concorso alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia, tornando a parlare di bambini.
Siamo sempre a Teheran, nei suoi sobborghi più tristi, il dodicenne Alì e altri suoi compagni commettono piccoli furti per sostenere le loro famiglie fino al momento in cui viene proposto loro un compito: quello di trovare un antico tesoro sepolto. Ma il tesoro è nascosto nelle viscere della terra, sotto la ‘Scuola del Sole’, un’associazione di volontariato che si occupa di impartire un’educazione ai bambini che vivono per strada. Alì sarà allora costretto a iscriversi e a seguire i corsi, ritagliandosi del tempo per scavare nel sottosuolo.

Tra le varie tematiche trattate, una delle più importanti è sicuramente il problema dell’istruzione, o meglio, delle difficoltà legate alla formazione scolastica nel Paese iraniano, in questo senso risulterà emblematica la scena della chiusura della scuola per mancanza di finanziamenti e la rivolta indotta da un professore che scatenerà i bambini, facendo scavalcar loro il cancello sigillato. Il film porta avanti il sacrosanto compito di investigare la povertà nei quartieri difficili e, a queste nobili intenzioni, aggiunge una bella storia che alterna toni leggeri, da adventure movie, a dramma che denuncia a gran voce lo sfruttamento minorile. Alì continua a scavare il suo tunnel tra mille sotterfugi per non farsi scoprire e alleati che gli si rivoltano contro. Alla fine si ritroverà da solo, di notte, nei cunicoli allagati del labirinto, a far i conti con se stesso e con la testardaggine immatura di quella missione che quasi gli costerà la vita.

Ma il cammino può variare, nonostante tutto, ed è proprio la forza di questo messaggio a dissimulare le incertezze nello sviluppo degli altri personaggi, più o meno secondari, e la sceneggiatura troppo precisa che mira unicamente a sottolineare l’importanza di una prospettiva di vita migliore rispetto a quella che sembrava già prestabilita. Secondo questo ragionamento, la speranza è comunque il dibattito più sottile che il film vuole sollevare: Alì deve vincere una scommessa, collegare il filo giusto per far suonare la campanella della scuola, e sarà proprio questo gesto, a scavare, sì, ma stavolta in lui, l’idea dell’alternativa per un futuro diverso.

Chiara Rapisarda