01/12/2019

TUTTO IL MIO FOLLE AMORE di Gabriele Salvatores

Vincent (Giulio Pranno) vive a Trieste, ha 16 anni e soffre di autismo. I suoi genitori sono Elena (Valeria Golino), che lo ha avuto da un precedente rapporto con Willi, uno scapestrato cantante melodico (Claudio Santamaria) e Mario, il padre adottivo (Diego Abatantuono) che ha una casa editrice e con affetto lo aiuta nei momenti critici dei suoi sbalzi di umore.

Willi, il padre naturale, sbarca il lunario cantando per balere e matrimoni, ed è chiamato “il Modugno della Dalmazia”. Sempre al verde, con debiti alle spalle, è in procinto di fare una tournée nei Balcani, ma prima, per un rimorso di coscienza, decide di andare a cercare suo figlio, che non conosce, perché ha piantato Elena durante la gravidanza.

Il riavvicinamento non è dei più facili, perché Elena non accetta questo suo improvviso ritorno che rischia di far saltare gli equilibri della sua famiglia e di suo figlio. Tuttavia, sarà l’imprevedibile carattere di Vincent a ribaltare tutte le carte; si nasconderà nel furgone di Willi e viaggerà con lui fino a quando non verrà scoperto.
Il desiderio di conoscere meglio suo padre è forte. Impossibilitato a riportarlo a casa, Willi lo condurrà con sé, coinvolgendolo in una serie di avventure picaresche in terra straniera, mentre la preoccupata Elena e Mario si daranno da fare per rintracciare la coppia di incoscienti.

“Tutto il mio folle amore” (prende il titolo da un verso di una canzone di Domenico Modugno, “Cosa sono le nuvole”, inserita nell’episodio diretto Pasolini in “Capriccio all’italiana”) è un road movie con due spiriti liberi, ispirato al libro di Fulvio Ervas “Se ti abbraccio non aver paura”, la storia vera di un padre e di suo figlio autistico in viaggio attraverso le Americhe. Un padre mai cresciuto con un figlio che ha difficoltà a crescere. Un’intesa sulle corde dei sentimenti e del legame di sangue.

Andrea Curcione