18/11/2023
VAMPIRE HUMANISTE CHERCHE SUIVIDAIRE CONSENTANT di Ariane Louise-Seize
Sasha è una giovane vampira che si rifiuta categoricamente di bere il sangue dal collo delle persone, andando in questo modo contro il volere dei familiari, assai preoccupati per l’avvenire della ragazza. Dall’altra parte troviamo invece Paul, adolescente timido, escluso dai coetanei, costantemente preso di mira verbalmente e fisicamente: esausto, il giovane prova più volte a togliersi la vita. Dall’incontro di queste due solitudini nasce un connubio caratterizzato da grande umanità, tenerezza, riscatto: segue una meditazione profonda su binomi di opposti quali bene e male o vita e morte.
Lo stesso personaggio di Sasha incarna nella sua natura vampiresca di non-morta questa dicotomia: tutta la pellicola della regista canadese, alla sua prima esperienza, si sviluppa su un’ironia basata sul contrasto, sull’opposto, elevato all’ennesima potenza tanto da essere quasi (ricercatamente) “pop”.
In un Festival in cui i vampiri sono stati protagonisti di varie pellicole, gli “umanisti” convincono, tanto da conquistare le GdA. Il crepuscolarismo misto al romanticismo è forse una delle qualità più apprezzabili dell’opera, di per sé molto ben realizzata; a colpire è anche la cura maniacale per i dettagli, l’atmosfera un po’ surreale e le splendide interpretazioni dei due attori protagonisti. Inoltre, Vampire humaniste cerche suicidaire consentant è ben radicato nella realtà attuale e comunica al pubblico messaggi di rilevanza, in maniera elegante ma diretta.
Isabella V. Fleri