18/11/2023

DIE THEORIE VON ALLEM di Tim Kröger

Con Die Theorie Von Allem Tim Kröger porta al Lido un film enigmatico e ambizioso, tra noir e fantascienza, tra influenze lynchiane e riferimenti hitchcockiani. Siamo nel 1962 quando Johannes Leinert e il suo supervisore di dottorato partecipano ad un convegno di fisica sulle Alpi svizzere. Lì è previsto l’intervento di uno scienziato iraniano su una rivoluzionaria teoria di meccanica quantistica, ma lo studioso non si presenta. Agli invitati non resta che passare il tempo dedicandosi allo sci, mentre Johannes preferisce concentrarsi sulla sua tesi. Fin quando la morte di uno scienziato tedesco e l’incontro con un’affascinante pianista di nome Karin non lo distraggono dai suoi studi.

Quando anche Karin, misteriosamente, scompare Johannes inizia a pensare che la soluzione a tutti gli enigmi risieda nel cuore della montagna.
Tim Kröger mette in scena il tema del multiverso inserendolo in una trama stile noir di matrice piuttosto classica. Niente a che vedere con la rappresentazione del Multiverso di casa Marvel o con quella del recente Everything, Everywhere, All at Once. Il dottorando protagonista si affida alla fisica per dimostrare, con quella Teoria del tutto che dà il titolo al film, l’esistenza di realtà parallele, che svelerebbero i misteri del nostro universo.

Le musiche, i movimenti di macchina, la costruzione di alcune inquadrature ricordano e citano apertamente il cinema di Alfred Hitchcock. L’andamento è quello di un thriller, con ispirazione (ancora una volta palese) ai classici del genere. Le premesse sono decisamente interessanti, la veste estetica è intrigante e l’utilizzo del bianco e nero affascinante. Ma col passare dei minuti e man mano che il dipanarsi della trama si affida a espedienti sempre più cervellotici, anche se non particolarmente complessi, Die Theorie Von Allem finisce per perdere il focus ripiegandosi su se stesso, con svolte di trama non sempre efficaci, un ritmo altalenante, e la generale impressione di una mano non sempre sicura nel gestire l’insieme di argomenti e tematiche.

Anna Culotta