07/10/2016

La Región Salvaje  di Amat Escalante

Vincitore del Leone d’Argento ex aequo alla 73esima edizione del festival veneziano, La Región Salvaje di Amat Escalante racconta la discesa verso l’abisso di individui nell’atto di riscoprire la forza primitiva e totalizzante dell’eros.
Ale è una giovane madre di famiglia che grazie all’incontro con la fosca Verònica troverà una nuova ragione di vita: una creatura aliena è infatti in grado di soddisfare la sua libido a patto che le si sottometta. Ma ogni cosa ha il suo prezzo, e quello richiesto dall’essere sarà tanto alto da distruggere alle fondamenta il suo universo affettivo.
In un esplicito omaggio a Possession di Andrzej Żuławski e alla sua creatura, La Región Salvaje dimostra la centralità del sesso nella nostra società e come nel nome del piacere l’uomo imbocchi la via dell’autodistruzione dimentico di qualsiasi etica. Da alcuni ritenuta poco più di un tentacle rape, l’ultima fatica di Escalante si inserisce invece coerentemente nella produzione del regista.
Al di là della patina fantascientifica, il contesto resta appunto quello di Heli e Sangre, dove i personaggi versano in una condizione di desolazione spirituale e geografica cui unico antidoto è il coito: non a caso il film si apre con una scena di autoerotismo femminile e col rapporto omosessuale tra il marito di Ale e il di lui cognato, quasi a ribadire che nessuna istituzione può normalizzare le pulsioni umane. È pur vero d’altronde che la pellicola presenta dei punti deboli: Verònica è gestita in maniera approssimativa, avvolta da un’aura di mistero che non si risolve in modo convincente; lo stesso può dirsi della cesura troppo netta con cui si chiude il film, trasmettente una sensazione di non finito che lascia disorientati.
Da confutare sono semmai le accuse di voyeurismo a proposito dell’alieno: Escalante lo lascia in ombra il più possibile mostrandolo quanto basta per far comprendere allo spettatore le sue “capacità”, senza cedere alla tentazione del particolare che certo gli avrebbe garantito una più vasta risonanza di pubblico.

Giovanni Stigliano