26/09/2024
Il postino di Michael Radford
Da un’idea dell’attrice Maria Grazia Cucinotta, realizzato dall’Hollywood Communication, in collaborazione con la Settimana della Critica e le Giornate degli Autori, è stato proiettato al Lido di Venezia durante l’81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, il celebre film del 1994, diretto da Michael Radford.
Ad anticipare la visione del film l’intervento della, già sopracitata, protagonista Maria Grazia Cucinotta, Enzo De Caro, Anna Bonaiuto (nel film Matilde) e della sceneggiatrice Anna Pavignano.
La storia, ispirata da Il postino di Neruda, libro dell’autore cileno Antonio Skàrmeta, ha luogo in un’isola del sud Italia. Ci troviamo negli anni ’50 quando durante una trasmissione del cinegiornale dell’epoca, La Settimana Incom, viene annunciato che a soggiornare sull’isola, in cerca di asilo politico, giungerà il poeta comunista, amato dal popolo (e dalle donne) Pablo Neruda (Philippe Noiret) con la moglie Matilde.
Seguiamo la vicenda dalla prospettiva di Mario, figlio di un pescatore vedovo, che tuttavia mal tollera l’idea di dover seguire le orme paterne, in un’isola in cui fare il pescatore sembra essere il suo unico destino. Casualmente un giorno si imbatte in un annuncio per un lavoro temporaneo come postino, per il quale unico requisito è possedere una bicicletta. Mario decide di presentarsi al colloquio, conosce il direttore Giorgio, che lo assume, e che lo mette al corrente che avrà un solo cliente, ovvero, Neruda stesso.
Quotidianamente Mario consegna a casa del poeta la nutrita corrispondenza. Inizia a sviluppare un timido interesse nei confronti della sua vita e, soprattutto, della sua poesia. Tra i due si instaurerà gradualmente un rapporto di confidenza, amicizia e accrescimento personale. “Cos’è una metafora’’, chiederà inizialmente Mario, per poi finire a parlare d’amore chiedendo consiglio su conquistare la sua Beatrice.
Un film che celebra la bellezza e i rapporti umani, che ritrae un perfetto spaccato dell’Italia degli anni ’50, ma al contempo capace di comunicare con la contemporaneità, un film, come detto, negli interventi a sua introduzione, eterno proprio come il suo protagonista.
Cristina Di Maria