17/09/2024

Diva futura di Giulia Louise Steigerwalt

Cos’è il porno? Libertà o costrizione? Un’arte o una mera trovata commerciale? Presentato durante gli ultimi giorni dell’81. Mostra del Cinema di Venezia, “Diva Futura”, seconda opera per la regia di Giulia Louise Steigerwalt, tenta di rispondere con coraggio a queste domande.

Basato sul libro “Non dite alla mamma che faccio la segretaria” di Debora Attanasio, il lungometraggio racconta la vita di Riccardo Schicchi, dai primi scandali con Cicciolina alla fondazione della Diva Futura, la sua personale agenzia di produzione pornografica.

Con grande sorpresa, la stessa Steigerwalt firma una sceneggiatura sorprendentemente femminista, che bilancia in modo sapiente elementi di grande comicità con momenti toccanti e riflessivi. Infatti, la scrittura si interroga molto sulla professione dell’attrice a luci rosse e sulla visione che la società ha dei film hard.

Una volta entrati nel mondo della pornografia, essa diventa un’ombra vigile e costante sulla nostra vita, una sorta di typecasting, parlando in termini cinematografici, da cui non si riesce più a uscire, specialmente se a tentare di farlo è una donna. Così, la libertà diventa solo un concetto apparente, evidenziato da uno spensierato gioco di colori sgargianti, dal momento che i nostri errori finiscono per creare un’etichetta che ci definirà fino alla morte, imprigionandoci e schiacciandoci. L’arrivo di internet non fa che aumentare questa concezione. La libertà di informazione e comunicazione è pressoché infinita, ma basta un errore, un singolo video sbagliato, per definirci. Nel caso del porno, va diffondendosi contemporaneamente una commercializzazione squallida e poco erotica del sesso.

“Diva Futura” è, quindi, un film audace, che mostra senza filtri entrambi i lati del porno, sia quello positivo sia quello negativo, senza mai condannarlo a prescindere, bensì mostrandoci che c’è del buono anche in una cosa che internet, politica e religione ci hanno abituato a vedere negativamente.

Davide Citterio