30/11/2022

ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED di Laura Poitras

All the Beauty and the Bloodshed è il documentario intimo ed ultimo firmato Laura Poitras, a cui la giuria ha aggiudicato quest’anno il Leone d’oro come miglior film al festival di Venezia. Con il suo ultimo lavoro Poitras decide di trattare il percorso artistico e militante dell’affermata fotografa statunitense Nan Goldin. Ciò che ne deriva è un ritratto documentaristico, dalle forme più classiche, che si presenta comunque capace di distinguersi per la sua bellezza dirompente.

La forza del documentario risiede forse nell’approccio adottato dalla regista che si manifesta essere sincero, frutto della vicinanza creatasi tra le due donne lungo il corso dell’intero concepimento del progetto. Una sincerità per nulla scontata, ma che anzi risulta essere oggi giorno assai preziosa e rara per un mezzo espressivo come quello del documentario. L’artista stessa si rende da subito partecipe e disponibile al racconto del proprio percorso, un racconto che prende forma anche attraverso l’utilizzo della sua voce in forma extradiegetica, capace di sviscerare il contenuto di un diario visivo che risulta essere estremamente personale ed autentico. Un diario che si compone delle fotografie scattate nel corso della sua intera esistenza, ed i cui soggetti rappresentati non sono altro che i protagonisti stessi di momenti e fasi delicate che hanno determinato il percorso creativo e sensibile dell’artista.
Ma oltre ad essere uno sguardo intimo e corale, quello di Goldin è uno sguardo fotografico che si fa documentaristico a sua volta; di conseguenza la fruizione delle fotografie su grande schermo non permette solo allo spettatore di conoscere l’autenticità e l’intensità espressiva del suo lavoro, ma anche di entrare in contatto con tutto un mondo trasgressivo che con gli anni Settanta ed Ottanta risultava essere decisamente marginale e controcorrente rispetto alla società del tempo.

Ma “All the Beauty and Bloodshed” non è solo un documentario volto ad indagare i moti interiori che possono portare un artista a sentire l’esigenza di esprimersi e di narrare; anche con quest’ultimo lavoro Laura Poitras non rinuncia infatti a trattare di questioni sociali e politiche che riguardano direttamente il suo paese: l’America. Lungo il corso dell’intero documentario abbiamo così l’alternarsi, grazie anche ad un buon lavoro di montaggio, di momenti più onirici e densi che sono da ricondurre all’atto della rimembranza, descritto poco fa, con riprese capaci di documentare quello che è stato nel corso degli anni l’attivismo intrapreso da Nan Goldin nei confronti della famiglia Sackler.

L’enorme scandalo che ha visto coinvolta la famiglia americana è da ricondurre alla commercializzazione del farmaco oppioide Oxycontin, che ha portato Nan Goldin a dar vita ad una serie di proteste pubbliche attraverso il gruppo militante PAIN, da lei fondato nel 2017. Ecco allora che All the Beauty and the Bloodshed costruisce la propria linea discorsiva sulla base di due segmenti narrativi, che possono apparire apparentemente distinti ma che in realtà tendono ad intersecarsi e a manifestarsi come parte di uno stesso discorso dettato lungo il corso dell’intera visione. Due segmenti che si manifestano essere quindi complementari l’uno con l’altro e allo stesso tempo fondamentali per narrare tanto di bellezza quanto dell’orrore perpetrato in America attraverso quelli che sono stati veri e propri spargimenti di sangue.

Aline Vincenzi