25/10/2022

POUR LA FRANCE di Rachid Hami

Aissa è un giovane ufficiale di origini algerine in servizio presso la prestigiosa accademia militare francese di Saint Cyr. Una notte perde la vita in quello che avrebbe dovuto essere “solo” un rito di iniziazione per matricole e che invece si trasforma in tragedia. Saint Cyr ha una vera e propria tradizione, il cosiddetto bahutage, che consiste nel far superare alle matricole una serie di prove, spesso pericolose, alimentate dal nonnismo imperante. Così, mentre guada un fiume, Aissa annega. La famiglia del giovane ufficiale, devastata dalla morte del ragazzo e con una storia piuttosto difficile alle spalle, deve affrontare tutta una serie di controversie legate al funerale. Ismael lotta per far avere al fratello minore la giustizia che merita, mentre ripensa al passato cercando di tenere unita la famiglia.
Il regista Rachid Hami parte da un suo stesso dramma privato – la scomparsa del fratello Jallal – per raccontare una storia in cui il piano personale si mescola a quello istituzionale. Ismael affronta la memoria del passato mentre combatte coi vertici militari che rifiutano ad Aissa la sepoltura d’onore. Il film, presentato in concorso Orizzonti, si muove quindi su due binari, ben amalgamati tra loro grazie a una scrittura equilibrata che alterna passato e presente. Il passato della dolorosa vicenda di una famiglia che si divide e allontana e quello del ricordo di Ismael del rapporto con Aissa. Un rapporto segnato da un grande affetto ma anche da scontri causati da differenze nel carattere, nelle ambizioni e nelle scelte di vita.
Hami si affida a uno stile asciutto che si riscontra tanto nell’andamento della narrazione quanto nelle interpretazioni del cast nel suo insieme. Questa scelta si traduce qua e là in una certa freddezza, che non aiuta il coinvolgimento dello spettatore, pur a fronte di un materiale più che sufficiente per suscitare una notevole partecipazione emotiva.

Anna Culotta