25/10/2022

DEAD FOR A DOLLAR di Walter Hill

Walter Hill è tornato al Festival del Cinema di Venezia, questa volta per presentare un film dai toni molto western, con protagonisti Willem Dafoe, Christoph Waltz e Rachel Brosnahan. Dead for a dollar – questo il titolo del film presentato fuori concorso al festival – racconta la storia di un cacciatore di taglie e della sua più recente missione. Siamo a Chihuahua, nel 1897. Il protagonista è il cacciatore di taglie Max Borlund, che viene ingaggiato per trovare Rachel Price, moglie di un noto imprenditore, rapita dal disertore afroamericano Elijah Jones. Max si mette sulle tracce della donna, mentre a sua volta viene ricercato dal fuorilegge Joe Cribbens, che in passato era stato consegnato alla giustizia dal cacciatore di taglie e con cui ora ha un conto in sospeso.
Dead for a dollar è un film per niente perfetto, anzi brulica di imperfezioni e problemi, ma sa comunque come intrattenere lo spettatore per tutta la sua durata. La trama è semplice nello svolgimento, a volta anche troppo. Non aggiunge o toglie nulla ai mille altri film western che nel corso degli anni si sono susseguiti, rendendo questo genere così iconico nella sua rappresentazione. Qui i personaggi sono tutti alla ricerca di tutti, senza un vero e proprio motivo, se non quello del cacciatore di taglie che si mette sulle tracce della donna rapita. I personaggi si rincorrono e si sfuggono, un po’ come un cane che si morde la coda e che gira in tondo all’infinito, senza trovare una via di uscita.
La trama principale è interessante e coinvolge, mentre le sottotrame risultano scarne nel loro schema finale. Alcuni dei personaggi, infatti, non apportano alcun beneficio alla realizzazione della pellicola. Un chiaro esempio è il personaggio di Willem Dafoe. Per quanto sia un attore con i controfiocchi, che riesce a emergere in ogni cosa che fa, in questo caso la sua presenza è del tutto irrilevante ai fini della trama principale. Dead for a dollar è però un progetto che intrattiene e che sa come far divertire il pubblico, che vede quelle due ore di realizzazione passare senza il peso della noia e della stanchezza.

Maria Zuozo