26/09/2022

BLONDE di Andrew Dominik

Blonde dissacra l’icona. De Armas straordinaria come Marilyn Monroe. Mai prima un’attrice aveva plasmato sullo schermo così brillantemente una donna famosa e icona di bellezza, il compito era difficile ed Ana de Armas con il suo talento è riuscita a far rivivere Marilyn Monroe, regalando agli spettatori i movimenti, le sinuosità, le perplessità, la grande grazia dell’artista.

In concomitanza con il 60° anniversario della scomparsa di Marilyn Monroe, alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, è stato presentato Blonde, film del concorso ufficiale, dove l’attrice cubana Ana de Armas ricrea magistralmente una Monroe così bella e così fragile.

De Armas è senza alcun dubbio straordinaria nella sua interpretazione, somigliante tanto da far pensare che le sue scene siano immagini di repertorio, invece è proprio Ana, una candidata ideale per la Coppa Volpi che invece è andata a Cate Blanchett, ma che Norma Jeane ha visto la critica e il pubblico?
La visione del regista Andrew Dominik è stata quella di recuperare un po’ dei meandri di quella Hollywood che diede tanta luce a molti attori dell’epoca, ma altrettanto rovinava le loro vite, esigendo troppo e facendoli stare assolutamente alle loro regole e ai loro contratti. 

Però, Marilyn in questo film ne esce davvero male, viene messa lì, come un pezzo di carne, privo di intelligenza e sentimenti, alla mercé degli uomini dell’industria e della politica di quei tempi. Strano proporre un taglio così, dopo che negli ultimi anni, si lotta per dare il giusto posto alle donne, anche in ambito cinematografico.
L'opera mostra alla Monroe carente d’amore, così tanto da prestarsi e darsi a chiunque, perfino ad un ménage a trois, una relazione a tre con il figlio di Chaplin, e poi ad un rapporto orale con il presidente John F. Kennedy, la scena più polemica, perché la si presenta come una prostituta, entra, fa quello che deve fare e se ne va.    
C’è dell’arte nelle scene che cambiano da bianco e nero a colori, c’è l’estrema cura nella fotografia e nel montaggio, ma c’è anche quell’insistente necessità di far vedere Norma Jeane drogata o alcolizzata, infatti la macchina da presa è la maggior parte del tempo traballante per dare questo effetto.

Perché dissacrare una figura così meravigliosamente bella e sicuramente libera? Perché rovinare la leggenda che è stata Marilyn Monroe? Se la regia fosse stata fatta da una donna non l’avrebbe svilita.
 
Blanca Estela Rodríguez
Corrispondente estero. Italo messicana