10/11/2021

PILIGRIMAI di Laurynas Bareisa

Ingre arriva a casa di Paulius dove si sono dati appuntamento. Non si vedono da molto tempo, lui ha un tutore alla gamba che lo rende impacciato nei movimenti; si scambiano un saluto timido, imbarazzato, quasi a nascondere una confidenza passata. Ingre era la fidanzata di Matas, fratello di Paulius, rapito e successivamente ucciso nei pressi di Vilnius. Lui le ha chiesto ci accompagnarlo in una sorta di indagine privata, partendo per un viaggio attraverso gli ultimi luoghi dove è accaduto il tragico avvenimento. Non sa darsi pace Paulius, impulsivo e spesso aggressivo nel cercare risposte, mentre Ingre, nella sua apparente tranquillità, riesce a trovare dialogo con gli interlocutori. Ma se l’assassino è già stato catturato e condannato, cosa spinge i due a cercare altre risposte?

Lo spettatore segue la vicenda senza esserne mai realmente colpito e catturato, come se fosse un figurante che assiste agli eventi e non ne fa parte. L’assenza della colonna sonora è una peculiarità che sottolinea un profondo divario tra chi è protagonista ed il resto del mondo. Viene mostrato con forza il silenzio che è trambusto solo nell’anima di chi è emotivamente coinvolto nei fatti.

Il regista Laurynas Bareisa ci accompagna per mano attraverso luoghi dall’aria quasi rarefatta, e ci mostra come la freddezza non è nel paesaggio che ci circonda ma si annida nelle persone, nelle comunità, e che, in fondo, quanto possa essere un perfetto complice il disinteresse.

Cosimo Taglio