26/09/2022

TÁR di Todd Field

“Tár” è un corposo film ambientato nel mondo della musica, che vede protagonista un immaginario direttore donna, Lydia Tár (interpretata dall’attrice Cate Blanchett) considerata una delle più grandi compositrici e direttrici d’orchestra viventi e prima donna a dirigere un importante complesso musicale tedesco (un’allusione ai Berliner Philarmoniker).

Il film la mostra all’apice della carriera: è richiesta da numerosi teatri per concerti e siede nel consiglio d’amministrazione della sua orchestra. Il suo carattere determinato e la voglia di affermarsi sempre di più la rendono arrogante e cinica in un ambiente molto competitivo dominato da uomini. Convive con la prima violinista della sua orchestra (l’attrice Nina Hoss). inoltre ha un rapporto particolare con la propria assistente (Noémie Merlant). Il suo esempio di sferzante cinismo viene mostrato durante una lezione alla Juilliard School con uno scontro dialettico tra lei e uno studente riguardante la “cancel culture”.

Nel suo passato però c’è un’ombra pesante: quella di aver indotto al suicidio una giovane musicista alla quale aveva stroncato la carriera. Sarà quello scandalo a tornare alla luce quando Lydia a causa del suo duro e volubile comportamento vedrà incrinarsi il proprio rapporto fiduciario con i suoi amici e colleghi più stretti. Questo gli costerà caro; prima sui social, e poi con la Legge che riaprirà il caso di suicidio, rovinandole così reputazione e carriera.

Il cinquantottenne attore e regista statunitense Todd Field, (“In the Bedroom” 2001; “Little Children”, 2006) con questo suo terzo film “Tár”, arrivato sedici anni dopo e presentato in concorso a Venezia.79 ha inteso svelare i retroscena di un mondo, quello dei direttori musicali con la loro aria di superiorità e con tutto ciò che a loro gira intorno. Se la prima parte del lungo film è interessante nell’inquadrare questa figura femminile nel suo aspetto pubblico e privato, con battute e dialoghi a dir poco complessi ed efficaci, nella seconda la storia va un po’ a vacillare quando vengono mescolate verità e finzione che sfociano nel mistero e nell’incubo, fino al momento di declino personale che culmina in una scena un po’ eccessiva di una zuffa all’inizio di un’esecuzione della Quinta di Mahler.

La Blanchett grazie alla sua notevole “performance” artistica ha colpito la Giuria della Mostra che le ha assegnato la Coppa Volpi come miglior Attrice protagonista; l’ennesimo riconoscimento a questa brava interprete di fama internazionale.

Andrea Curcione