23/09/2022

SICCITÀ di Paolo Virzì

Anche quest’anno Paolo Virzì torna alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nella categoria Fuori concorso con Siccità, scritto a quattro mani dal regista stesso e da Paolo Giordano e liberamente ispirato dall’omonimo romanzo di Vincenzo Restivo.
La frammentazione delle vicende dei personaggi si fonde in un’armoniosa coralità in una Roma secca, dove ormai non piove da ben tre anni. Gli avvenimenti che si susseguono appaiono di drammatica attualità: l’acqua pubblica viene centellinata per la popolazione, mentre l’alta borghesia sguazza in piscine di lusso e una misteriosa malattia (del sonno) infesta la città eterna. Su tale sfondo si susseguono le peripezie dei protagonisti: un detenuto del carcere di Rebibbia che involontariamente evade, un commerciante caduto in miseria che sogna di poter denunziare l’ingiustizia subita, una dottoressa impegnata nella lotta alla pandemia e il marito avvocato che intesse una fittizia storia d’amore con una vecchia compagna di liceo. Un’infermiera incinta e il suo compagno, un pezzente che trova lavoro come bodyguard di una miliardaria, che a sua volta si batte in ambito famigliare per l’uso sconsiderato che fanno dell’acqua nella loro attività commerciale, un austero climatologo che si imborghesisce, sedotto da una diva, un attore che si è reinventato influencer e un ex autista privato che è costretto ad essere un simil-Uber per cercare di tirare avanti.

Siccità è un film che getta forti premesse e tenta di costruirsi delle solide basi, ma che alla fine si risolve in un nulla di fatto. Viene portata in scena una tale pluralità di personaggi, che offriva su un piatto d’argento la possibilità di analizzare molteplici sfaccettature della società e del mondo contemporaneo: la rappresentazione della nuova povertà tramite l’autista del simil-Uber, che è costretto ad assumere stupefacenti nel tentativo di reggere il ritmo, la crisi climatica che non solo costringe in ginocchio la nostra salute fisica, ma anche quella mentale, la corruzione del climatologo che volta le spalle a tutto ciò in cui fino a poco tempo prima credeva… e questi sono solo alcuni esempi degli innumerevoli spunti di narrazione che vengono solo abbozzati e mai sviscerati nella loro trasposizione cinematografica.

Sofia Palmeri