23/09/2022
SERGIO LEONE: L’ITALIANO CHE INVENTO’ l’AMERICA di Francesco Zippel
Presentato nella sezione Venezia Classici, il docufilm, diretto da Francesco Zippel, si concentra sulla vita professionale e privata del grande regista Sergio Leone. Un vero e proprio alternarsi di frammenti di interviste inedite (al regista e ad altri celebri personaggi) e spezzoni dei suoi film.
Registi, attori e produttori analizzano le novità stilistico-narrative introdotte da Sergio Leone e parlano dei ricordi connessi a lui e alle sue opere. Quentin Tarantino, profondamente influenzato dagli Spaghetti Western fin da ragazzino, definisce Tuco de “Il buono, il brutto, il cattivo” il miglior personaggio di sempre.
La fanciullezza e l’osservare il mondo con gli occhi di un bambino sono elementi chiave del cinema di Sergio Leone, cresciuto nella Roma occupata dai nazisti. Due le grandi influenze: la Seconda Guerra Mondiale e il cinema americano degli anni Quaranta e Cinquanta. Secondo Steven Spielberg ciò che rende unico il cinema di Sergio Leone coincide con ciò che lo allontana dai grandi classici americani che tanto aveva amato: l’ironia, presente già nella prima opera, “Il colosso di Rodi”.
Emblematica questa affermazione di Sergio Leone: mentre in un film di John Ford il protagonista guarda dalla finestra verso l’orizzonte, fiducioso nel futuro, in una sua opera lo farà con la paura di ritrovarsi una pallottola tra gli occhi. Si esalta l’antieroe: nella trilogia del dollaro questo ideale viene incarnato da Clint Eastwood. Con i suoi interventi emerge la stima ed il rispetto tra i due, l’attore deve la sua notorietà al regista, lo sa bene e gli è grato.
Carlo Verdone a proposito di Eastwood dà un’interessante definizione: nella trilogia del dollaro Eastwood è caratterizzato dall’ “indolenza romana”, è un europeo trapiantato in America, così come lo sono i luoghi dove vengono girate le scene (non in America, ma in Spagna, ad Almeria). Non mancano poi gli aneddoti, le curiosità e un lungo excursus sul sodalizio con Ennio Morricone e qui il film risulta molto simile a “Ennio” di Tornatore (tra gli intervistati nel documentario di Zippel).
Il documentario è un meritato tributo a Sergio Leone, interessante e mai noioso, a tratti emozionante: rivedere su uno schermo cinematografico i momenti cruciali dei suoi film è già un ottimo motivo per guardarlo.
Isabella V. Fleri