19/09/2022
OBET (Sacrificio) di Michal Blaško
Obet percorre, con uno spunto solo apparentemente già praticato e codificato, i temi del sospetto e della xenofobia in quello che ha – per andamento e struttura – le caratteristiche di un thriller asciutto, teso e ricco di sfumature. Altro tema cardine del film, peraltro variamente esplorato in molti altri film delle sezioni competitive della Mostra, è quello del rapporto genitori/figli. Nello specifico, qui, Blaško indaga un rapporto madre/figlio che scopre le sue carte e i suoi risvolti gradualmente e con implicazioni sempre più interessanti in maniera tutt’altro che scontata. Il rapporto tra Irina e Igor è perfettamente inserito in un’ulteriore linea narrativa di Obet, ovvero quella che mette al centro la relazione individuo-società. E anche qui il film riesce ad offrire una prospettiva inedita ed estremamente densa di significati e spunti.
Michal Blaško mette a disposizione dello spettatore tutti gli elementi per formarsi la propria opinione su Irina e Igor, sulle ragioni e necessità che li muovono, sulla società che li “ospita”, che inizialmente li guarda con sospetto e li rifiuta e successivamente li sceglie come simbolo. Vita Smachelyuk restituisce al meglio il ritratto della sua Irina, lavorando per sottrazione nell’ambito di una prova efficace e toccante nel senso meno retorico possibile del termine.
Anna Culotta