11/01/2021
MADRES PARALELAS di Pedro Almodóvar
Per il 71enne regista spagnolo, che con gli anni ha abbandonato i toni dissacranti e scandalosi dei suoi primi film su temi di liberazione sessuale nel post-franchismo per dedicarsi ad argomenti più intimisti (“Julieta,” 2016; “Dolor y gloria”, 2019) qui ci narra dell’identità, della ricerca di una verità personale e di una verità storica nel dramma della Guerra civile spagnola, una verità che timidamente si inizia a svelare con la ricerca dei resti dei poveri giustiziati, come quelli del bisnonno di Janis. In parallelo vi è anche uno scontro con la verità di un segreto intimo personale, molto ingombrante, che sconvolgerà la vita di Janis.
Il conflitto tra queste due verità e il dolore per risolverlo sono gli argomenti che interessano di più al regista. La sceneggiatura, scritta in pieno “lockdown”, è tratta da un soggetto che Almodóvar aveva nel cassetto da qualche anno, da quando in Spagna si era ripreso a parlare apertamente dei crimini del franchismo, sulle giustizie sommarie e su quei finanziamenti finalmente erogati dallo Stato per recuperare i resti dei “desaparecidos” dalle fosse comuni; un atto dovuto per sanare quel debito ancora aperto con la società spagnola. Il regista ha quindi trovato la chiave giusta per inserire questo argomento nel tema della maternità. Almodovar qui gioca per sottrazione, tutto è misurato ma nello stesso momento lucido interessante e dolorosamente commovente.
Andrea Curcione