25/10/2021

Il bambino nascosto di Roberto Andò

Il regista Roberto Andò accompagna con delicatezza l’evolversi del personaggio di Silvio Orlando, o meglio la nostra lenta consapevolezza nel comprenderne azioni e debolezze. Il suo mondo intellettuale, dominato dalla musica e dalla poesia, che lo accompagnano in ogni anfratto della sua personalità e delle sue giornate, alimentando una passione vissuta in silenzio ma con intensità, col coraggio di adattarsi ad un ambiente che impone regole, passive accettazioni di status quo ed etichette per chiunque e per qualsiasi cosa, viene attraversato improvvisamente dal mondo del ragazzino in fuga.

Lo stravolgimento non è però così traumatizzante come il suo avvento farebbe credere, bensì accompagna la narrazione verso un epilogo che non poteva essere differente, immaginando che le intenzioni del regista fossero di descrivere il viaggio di due anime agli antipodi ma che trovano un punto di unione, creando ciò che davvero dovrebbe nascere dall’accettazione delle differenze tra noi e gli altri, tra età, società e culture diverse.

Le presenze carismatiche di Roberto Herlitzka e Francesco di Leva (apprezzato lo scorso anno quale protagonista del bellissimo Sindaco del rione Sanità di Mario Martone) regalano al film due apparizioni tanto brevi quanto fondamentali nello sviluppo dell’opera. Un film davvero coinvolgente e prezioso, dove dagli ambienti angusti delle case (per quanto affascinanti dal punto di vista scenografico e fotografico, grazie al magnifico lavoro di Maurizio Calvesi) si arriva al respiro delle strade costiere e all’immensità del cielo e dei tramonti, che sono lì immobili e quotidianamente certi e all’altezza e a beneficio di tutti, dando il giusto, semplice ordine alle cose, il giusto equilibrio tra le radici della terra e lo spazio dei pensieri e dei sogni.

Silvia Anastasio