11/10/2021

Hallelujah: Leonard Cohen a journey, a songdi Dan Gellere Dayna Goldfine

Hallelujah: Leonard Cohen a journey, a song è il documentario di Dan Geller e Dayna Goldfine che racconta la genesi della canzone di Coen scomparso nel 2016. Il taglio interessante ed emozionante del documentario narra la vicenda di uno dei brani più famosi e condivisi della storia della musica contemporanea, una canzone che sfugge al suo stesso autore, quasi fosse animata da una vita propria.

E’ questo il mistero di un brano che il musicista ha trasformato infinite volte adattandolo al suo vissuto, una musica che ha accompagnato il cantautore nelle molteplici fasi della sua esistenza. In quest’ottica si comprende anche il passaggio dalla versione biblica a quella più laica, perché le sfumature dell’Hallelujah contengono una molteplicità di significati misteriosi che sfuggono probabilmente al suo stesso autore.
Il racconto si sofferma sulle fasi altalenanti della vita di Leonard Coen, un artista che ha riscosso successo a tratti e che in diversi momenti ha pensato di essere arrivato al capolinea della sua popolarità. Eppure, come una sorta di misterioso “terzo personaggio” la canzone Hallelujah ha vissuto una vita propria, allontanandosi dal suo stesso autore ed entrando nelle voci e nei cuori dei tanti che nel tempo hanno scelto di interpretarla nelle chiavi più svariate. 

Comunque la si guardi Hallelujah ha il fascino di un pezzo popolarissimo che deve il suo segreto alla parola, è una sorta di icona musicale e rappresenta per certi versi il pezzo perfetto, quello che ogni autore spera in cuor suo di riuscire a inventare. Forse è racchiuso nel continuo lavoro di cesello il segreto di questa canzone, in quel continuo fare e disfare che fa pensare all’autore come ad una sorta di novella Penelope che disfa e ritesse il suo brano alla ricerca del punto d’equilibrio: oppure è semplicemente una musica che è nata perfetta e che nel tempo si è solo leggermente modificata.

In ogni caso la grandezza di Hallelujah che è di fatto è quasi solo una parola, consiste nel possedere un mistero, quasi ci fosse tra le note una sorta di passaggio magico che apre l’emotività di chi l’ascolta. La musica diventa così la chiave che apre il paesaggio sonoro, un’immagine che arriva a tutti e parla a tutti, giacché è proprio in quella chiave musicale che è racchiusa la finalità dell’arte, o perlomeno, dell’opera d’arte universale.

Sarah Revoltella