12/10/2020

Salvatore, Shoemaker of dreams di Luca Guadagnino

Salvatore, Shoemaker of dreams, scritto da Dana Thomas e diretto da Luca Guadagnino, è un documentario incentrato sullo stilista e imprenditore Salvatore Ferragamo, che da un paesino dell'Irpinia si spostò nei capoluoghi principali del paese, e per molti anni anche negli Stati Uniti, dove trovò un trampolino di lancio e una grande avventura, che lo fece conoscere in tutto il mondo e dettò le prime basi nella creazione di una fiorente azienda.

Divenne amico e stilista personale delle star della grande Hollywood degli albori, diventando ciò che ancor oggi rende il suo marchio caposaldo del Made in Italy. Non furono sempre tempi d'oro, poiché la Grande Depressione era alle porte, e lo stilista non ne restò immune, infatti dovette dichiarare la bancarotta e ritornare in patria per ricominciare da zero. Il regista ha il grande merito di rendere nota la genialità dell'uomo al di là dello stilista: un appassionato studioso e geniale inventore, unico nel suo campo a considerare davvero l'importanza del piede e dell'equilibrio tra praticità ed estetica delle scarpe, non per questo esenti dal diventare autentiche sculture dall'elevato valore artistico.

Se questo film riuscirà ad avere un'adeguata distribuzione (sembra che la Sony Pictures Classic ne abbia acquisito i diritti, escludendo però l'Italia...), verrà anche ricordato per il montaggio coreografico e coloratissimo attraverso il quale i pezzi più significativi delle collezioni dello stilista prendono vita come in una danza di Busby Berkeley, e verso il finale regalano al documentario la giusta dose d'ironia, evitando così di renderlo solamente uno dei tanti edulcorati elogi di celebrità.

Gli interventi dei membri della famiglia che oggi portano avanti l'eredità di Salvatore Ferragamo (soprattutto la moglie Wanda, che dalla prematura morte del marito tenne le redini dell'azienda), sono alternati al ricordo e alle testimonianze di personaggi pubblici in qualche modo legati all'uomo da rapporti di lavoro o che hanno per varie ragioni incrociato il suo cammino, o che semplicemente godono dell'ispirazione che solo i più grandi personaggi sanno trasmettere (tra questi il regista Martin Scorsese, il collega Manolo Blahnik, critici e giornalisti di importanti riviste di moda e costume, o il direttore del museo che porta il suo nome). Il tutto accompagnato dalla voce narrante dell'attore Michael Stuhlbarg, già diretto da Guadagnino nel ruolo del padre di Elio in Chiamami col tuo nome, che ne legge stralci dell'autobiografia.

Silvia Anastasio