05/10/2020

Mila (Apples) di Christos Nikou

Mila (Apples), di Christos Nikou, lascia intravedere l'influenza nello stile e nella lentezza dei ritmi di Yorgos Lanthimos, del quale il regista era l'assistente. Sconcertante storia distopica incentrata sul dramma di un passato non troppo distante, dove un virus provoca improvvise amnesie nella popolazione mondiale. Chi non viene reclamato dai parenti è assistito nel costruirsi un'identità nuova. E' ciò che accade al protagonista, che inizialmente seguiamo nell'incubo della perdita della memoria, di cose all'apparenza insignificanti condivise con altri con la stessa sindrome (e qui a mio avviso appare la frase più incisiva nel film, e che ne sintetizza il significato, quando rispondendo ad una domanda, l'uomo si rende conto di non ricordare se le mele gli piacciano o no) o più gravi (il numero civico della propria abitazione, o se si è figli o padri). Alla fine, rimane il dubbio se la mente lasci scattare ad un certo punto la necessità di non voler ricordare, quale istinto di sopravvivenza o resilienza, elaborare lutti o dolori troppo pesanti approfittando di una malattia senza cura, per una volta  salvifica più di qualsiasi vaccino o medicina...

Tutta la solitudine e l'angoscia del protagonista emergono sin dalle immagini di apertura del film, dove un uomo rimane silenzioso in quella che immaginiamo essere la sua stanza da letto, il luogo più intimo di quella che presumiamo essere la sua abitazione. sebbene solo nel finale ci venga svelata la causa di quella sua solitudine, la fotografia nei toni neutri del seppia, grigi, bianchi, accompagna tutto il film disegnando gli ambienti nei quali l'uomo si trascina faticosamente, apparentemente senza una passione vitale che lo spinga verso un preciso obiettivo.
Ogni personaggio in cui si imbatte ha, seppur per ragioni diverse, la necessità di mantenere un distacco da lui, anche quando le circostanze necessiterebbero maggior empatia (vedi la scena del test con i medici, o del primo incontro  col compagno di stanza). Distanze sociali e rischio di un  raffreddamento dei sentimenti: sono argomenti quanto mai attuali che il regista ha saputo comunque descrivere evitando di scadere nell'ovvietà...

Silvia Anastasio