25/09/2020

NUEVO ORDEN di MICHEL FRANCO

Devo dire che quando ho letto il titolo del film in concorso a Venezia del regista Michel Franco, mi è venuto in mente il concetto introdotto dal filosofo e saggista spagnolo José Ortega y Gasset che parlava proprio del "Nuovo Ordine", affermando che "la rivoluzione non consiste nella rivolta contro l'ordine preesistente, ma nell'introduzione di un nuovo ordine che capovolge quello tradizionale", e poi guardando pian piano la pellicola mi ricordava inoltre una sua famosa frase: "El mayor crimen está ahora, no en los que matan, sino en los que no matan pero dejan matar" in italiano "Il maggior crimine sta ora, non in quelli che uccidono, ma in quelli che non uccidono però permettono di uccidere", potrebbe non essere basato su questo pensiero, ma io l'ho collegato.  
Devo dire anche che quando sono uscita dalla proiezione, mi sentivo arrabbiata, infastidita, confusa. La mia lettura in quel momento è stata negativa perché, essendo originaria del paese, l’ho legata subito al fatto che il Messico venisse messo sotto una brutta luce, sotto una luce estremamente violenta.

Ma poi, una volta che ho digerito la storia, ho colto invece che quella costruzione del film assomigliava ai momenti convulsi della realtà attuale, non solo messicani, ma anche mondiali, al contemporaneo, che tutto era simile, quei fatti messi così insieme creavano confusione, dispersione e smarrimento, ma non è così che sta la società al giorno d'oggi? Non ci sono valori, non si ha la certezza di un futuro, c'è un abisso enorme tra le classi, e la violenza cammina tranquilla tra noi e la lasciamo fare. 

Inoltre la storia può infastidire perché non si trova alcuna poesia o speranza, come la si vedeva invece nella confusione de "I figli degli uomini" di Alfonso Cuarón, magari in questo lavoro, l'unica bellezza trasmessa è quella dei baci scambiati tra gli innamorati, i prossimi sposi, oppure nella mano che gli altri domestici, quelli buoni, vogliono dare a Marianne (Naian González Norvind) quando questa viene sequestrata da alcuni membri dell'Esercito.

Il film inizia con una festa in un quartiere altolocato in quel di Città del Messico, anche se potrebbe essere qualunque altro luogo. Dentro la lussuosa casa girano mazzette di soldi, quelle buste che si danno come regalo a chi sta per andare a nozze, invece, nella storia, sembra che servano a qualche scambio di favore. Si va continuamente avanti e indietro per mettere via tutto quel denaro che si chiude in una cassaforte; gira pure il peyote, gira pure la droga. Mentre si attende la giudice che dovrà sposare la coppia (Naian González Norvind e Darío Yazbek Bernal), si balla, si beve, si scherza. C'è musica ad alto volume. La figlia che sta per sposarsi, Marianne, si arrabbia con il padre perché l'incontro sta diventando un momento per le negoziazioni.
Mentre, all'interno della villa sembra andare tutto bene e c'è un divertimento profuso, fuori c'è una manifestazione contro le ingiustizie, dei gruppi hanno bloccato le strade dell'immensa città, e si respira tensione nelle vicinanze.
Così tutto il lavoro del cineasta Michel Franco si sviluppa in questa estrema polarizzazione, dove si distinguono ricchi e poveri, dove i facoltosi stanno godendo di un momento festoso e i bisognosi alzano la voce per farsi sentire.

Una scena si dipinge di verde perché è stata lanciata della pittura sul cruscotto della macchina, e questa immagine ora ricorda i fatti recenti di cronaca proprio accaduti a Città del Messico, quelli riguardanti ai quadri storici che sono stati graffitati con bombolette spray, quelli imbrattati dalle manifestanti che chiedono l'intervento del governo sui casi di uccisioni quotidiane di donne, almeno 10 al giorno.
In Nuevo Orden, la ribalta che si trova non solo sta nella scenografia, dove tutto appare sottosopra, ma anche nella grafia usata sia nei titoli all'inizio che in quelli di coda, è tutto fuori posto, le vie sono in rivolta, c'è distruzione, saccheggi ovunque, sparatorie, monumenti vilipesi.

Molto altro angoscia, pure le straordinarie note dell'inno nazionale messicano, scritto dal poeta Francisco González Bocanegra in 1853 e con la musica di Jaime Nunó del 1854, perché contrastano alle immagini, suoni forti, echi di banda, che rimbombano negli stomaci, che agitano anche le nostre menti, magari con l'intenzione di svegliare, di chiamare, come si faceva in altri tempi con questi stessi ritmi e strofe. all'unione, alla difesa della patria.
"Nuevo Orden", vincitore del Leone d'Argento Gran Premio della Giuria del Festival di Venezia e del Leoncino d'Oro di Agiscuola, sarà distribuito nelle sale messicane da Videocine e in quelle italiane da I Wonder Pictures. Nel cast troviamo Naian González Norvind, Diego Boneta, Mónica del Carmen, Fernando Cuautle, Darío Yazbek, Roberto Medina, Patricia Bernal, Lisa Owen, Enrique Singer, Eligio Meléndez e Gustavo Sánchez Parra.

Blanca Estela Rodriguez
Corrispondente estero e curatrice di rassegne cinematografiche
www.blancaerodriguez.jimdo.com