24/09/2019

Tony driver di Ascanio Petrini

Opera prima del regista pugliese Ascanio Petrini, "Tony driver" racconta la storia di Pasquale Donatone, un tassista nato in Italia, ma trasferitosi da piccolo in America, che si sente a tutti gli effetti americano, ma che non ha mai chiesto la cittadinanza. Costretto a tornare in Italia per dieci anni quando viene scoperto a trasportare dei messicani in America illegalmente, Tony, così si fa chiamare Pasquale, tenta di tornare in quell’America che tanto ama, dove ha lasciato la sua vita, i suoi figli e sua moglie, attraversando illegalmente il confine con il Messico.

Il film è girato con uno stile quasi documentaristico, molti sono i momenti in cui Tony si rivolge direttamente a noi spettatori, spiegandoci i motivi delle sue azioni, raccontandoci la sua storia e il suo amore per l'America. Petrini ci presenta un personaggio che non è "perfetto", ma vero, con cui chiunque può simpatizzare. Lo stesso comportamento che determina la serie degli eventi narrata, pur essendo illegale, non è presentato come eticamente o moralmente riprovevole, anzi, viene giustificato e, nonostante il film non abbia un tono politico, va indirettamente a condannare la politica "xenofoba" attuata in America dal presidente Trump.

Tony quindi diventa quasi un eroe dei nostri giorni, un personaggio al limite fra realtà e fantasia. Il film riesce a toccare temi importanti, attuali, senza però risultare noioso e pesante, stemperando anzi l'atmosfera con battute e soprattutto con la simpatica parlata di Tony, un inglese "maccheronico" misto all’Italiano.

Emma D’Este