24/09/2019

Babyteeth di Shannon Murphy

"La storia di una malattia che sana una dipendenza" potrebbe essere questa la sintesi di “Babyteeth”, il film in concorso della regista australiana Shannon Murphy. 
Milla (Eliza Scanlen) la protagonista è un'adolescente ammalata di cancro che incontra in un binario della metro Toby (Toby Wallace), la ragazzina affascinata dal giovane tossico, perde la testa per quel "diverso” che come lei è un escluso e comincia ad aiutarlo.

La madre Anna (Essie Davis), un'ex pianista che abusa dei farmaci che le vengono prescritti dal marito psichiatra Henry, il bravissimo Ben Mendelsohn, capta il pericolo e cerca di allontanare il ragazzo, dal quale però la figlia non vuole separarsi.

Inizia così un tira e molla, condito dalle piccole fughe notturne della ragazzina che le consentono, se non altro, di straniarsi dalla malattia. Il padre che da bravo medico razionale cerca di tenere il punto, non riesce comunque a rimanere immune dai momenti di  sconforto che il decorso della malattia della figlia e il carattere bizzarro della moglie gli impongono, arrivando a corteggiare con disinteresse la vicina incinta che entrerà a far parte del surreale nucleo famigliare.

Alla fine Toby verrà accettato in casa e comincerà (quasi fosse una sorta di fratello amante adottivo di Milla) una sorta di percorso "iniziatico" di disintossicazione sotto la supervisione di Henry. Il recupero della dipendenza di Toby diventa così la maniera che ha Milla di fare fronte alla sua solitudine cercando di garantire un senso alla sua breve esistenza, tentando comunque di fronteggiare la malattia con l'ironia che ha ereditato da entrambi i genitori.
Il film, dalla regia vibrante e dalle immagini cariche, si aggira con destrezza attorno al tema della malattia terminale e della dipendenza, con uno sguardo leggero, risultando nel complesso molto ben congegnato e interpretato con garbo e destrezza.

Sarah Revoltella