28/12/2018

Nuestro Tiempo  di Carlos Reygadas

Tori selvatici si scontrano con ferocia: uno di loro viene scaraventato oltre un burrone, rotolando fino a cadere sul fondo, senza vita. Carlos Reygadas è tornato, ma per la prima volta al Festival di Venezia dopo aver presentato tutti i suoi film alla kermesse di Cannes: lo fa con l’opera più personale, un film d’amore e violenza, di sangue e poesia, dove nessuno ne esce incolume, tantomeno lo spettatore.

Reygadas esplora il concetto di amore rispetto ai legami umani come l’operazione bergmaniana di Scene di un matrimonio, chiedendosi quanto si possa possedere un sentimento. Un’emozione forte, irrazionale, può essere domata senza venirne feriti? Juan cerca di controllare il suo matrimonio e la relazione extraconiugale della moglie Ester nello stesso modo con cui addomestica i tori del suo ranch, ma si ritrova ogni volta ferito, costretto a fare i conti con l’animale che abita dentro di lui.

Reygadas non ha paura di mettersi in gioco, senza alcuna distanza dai personaggi, tanto da aprire la sua casa, mettere la propria faccia, quella della moglie Natalia Lopez (anche montatrice del film) e dei figli. Il confine tra l’autore, il marito e il personaggio a volte appare labile, disturbante, contribuendo alla tensione che vibra sotto ogni scena. Perché “Nuestro Tiempo” è un film imperfetto, torbido come un liquore fatto in casa, che brucia la gola e lascia dei residui sul fondo del bicchiere. Ma vero, “fatto di sangue e nervi” come direbbe Carver, scevro da qualsiasi sentimentalismo. Una riflessione sulle relazioni umane, ma anche sulla narrazione stessa, che rifiuta ogni compromesso, ma indica un percorso ripido e scosceso per raggiungere una piccola verità universale sull’amore, per quanto dolorosa e incompleta. Questa via è quella che ha intrapreso Reygadas col suo cinema, cercando di unire il cielo alla polvere: il cielo dove nuota il toro rosso della locandina, la polvere della campagna messicana dove abitano i personaggi.

Reygadas è uno degli autori più liberi del panorama cinematografico contemporaneo, nato nella terra dei Cuarón, Del Toro, Arriaga e Iñárritu, eppure diverso da tutti loro. “Nuestro Tiempo” sfugge a qualsiasi regola, a volte vittima di errori e scene prolisse e sacrificabili, eppure contiene una forza assente in molti film più “regolari” del cinema contemporaneo. Un film torbido, violento e vivo. “L’amore è forte e imperfetto” dice Juan. Così come il cinema di Reygadas, che si sporca di vita.

Alessandro Padovani