03/11/2018

WHAT YOU GONNA DO WHEN THE WORLD’S ON FIRE?  di Roberto Minervini

“What you gonna do when the worlds on fire?” (Che fare quando il mondo è in fiamme; è il verso iniziale di un “negro spiritual” da Lead Belly, un cantante e chitarrista nero) di Roberto Minervini, presentato in concorso alla 75. Mostra del Cinema di Venezia, è un documentario che racconta l’America profonda, come già aveva mostrato il regista precedentemente in “Lousiana”, proiettato con successo nella sezione “Un Certain Regard” del Festival di Cannes 2015.

Se in “Lousiana” c’era la società bianca rurale povera, emarginata e razzista del territorio del sud degli Stati Uniti sotto la presidenza Obama, qui invece Minervini osserva l’altra faccia della medaglia del territorio sotto la presidenza trumpiana; e prende come esempio alcuni abitanti di colore che vivono nel quartiere di Tremé, uno tra i più antichi di New Orleans, dove il disastro dell’uragano Katrina dell’agosto del 2005 ha decimato la popolazione e raso al suolo un numero ingente di abitazioni e negozi. Nel corso degli anni poi la “gentrificazione”, cioè la trasformazione del quartiere in zona abitativa di pregio, con conseguente cambiamento della composizione sociale e dei prezzi delle abitazioni, ha fatto il resto.

Minervini, con la sua macchina da presa, segue con efficaci riprese in uno stupendo bianco e nero (di Diego Romero Suárez-Llanos) e poi con il perfetto montaggio delle immagini di Marie-Hélène Dozo, alcuni momenti che danno il quadro di una situazione sociale dei suoi abitanti in bilico tra estinzione e sopravvivenza, tra cancellazione e tenace memoria di sé.  I temi portanti si possono riportare a quattro blocchi narrativi: la memoria, con la tradizione degli indiani che festeggiano il Mardi Gras; lapaura, quella di una giovane madre nei confronti dei suoi figli, i ragazzini (Ronaldo King e Titus Turner); la resistenza, incarnata da Judy Hill, proprietaria di un bar storico che sarà costretta a cedere il locale perché gli affitti stanno andando alle stelle; infine la lottael’autodifesa rappresentate dal nuovo partito delle Black Panthers che cercano di proteggere la comunità nera dai soprusi dei bianchi e in particolare dalla polizia locale. 
Lo sguardo di Minervini non giudica, non fa un reportage a tema, ma osserva solamente un cambiamento dei tempi (peggiorato) per i neri e rende omaggio ancora una volta al cinema di impegno civile.

Andrea Curcione