19/10/2018

LES ESTIVANTS  di Valeria Bruna Tedeschi

‘Les Estivants’ è il quarto film di stampo autobiografico della regista e attrice Valeria Bruni Tedeschi. Il film oscilla fra finzione e evidenti riferimenti alla vita personale della Bruni, all’ex compagno Louis Garrel (Riccardo Scamarcio), al fratello deceduto in giovane età e ai componenti della propria famiglia. La stessa protagonista, Anna, viene interpretata proprio da Valeria Bruni Tedeschi, che condivide con essa la professione e l’ambiente famigliare. Una recita della propria vita, insomma, che arriva ad includere come attori, nel ruolo di se stessi, la madre Marisa Borini e la figlia adottiva Oumy Bruni Garrel.

Il film racconta di un matrimonio ormai concluso, della grande sofferenza che ne deriva e del tentativo di superarla attraverso il rifiuto più totale della realtà. Anna, infatti, decide di passare qualche giorno di vacanza in una villa in Costa Azzurra con famiglia, amici e personale di servizio, nel tentativo di dimenticare l’imminente divorzio. Pretendendo che tutto vada bene, vive in una realtà d’incanto fittizia e destinata a svelare la realtà dei fatti: non solo Anna, bensì ogni personaggio si ritrova solo davanti al dolore e alle difficoltà.

Un’idea interessante che, tuttavia, si perde nel grande intreccio di relazioni, spesso non indagate a sufficienza. Alcuni personaggi rimangono sbiaditi, non vengono scavati a sufficienza psicologicamente, tanto che non siamo in grado di intendere appieno le motivazioni delle loro azioni. Il clima dell’intera proiezione, a partire dai colori pastello, dalle ambientazioni bucoliche e dalle musiche classiche, è sicuramente poetico, e sottolinea il carattere surreale della vicenda.
L’interpretazione tipicamente disincantata della Tedeschi non contrasta in questo caso con l’intenzione del film, alternando dialoghi in francese e in italiano in maniera elegante. ‘Les Estivants’ incuriosisce inizialmente, tuttavia rallenta, forse troppo, nella seconda parte. L’idea che il tempo nella villa scorra più lento è vincente, contribuisce al clima astratto della vicenda ma, per evitare di annoiare, sarebbe forse dovuto durare meno.

Alma Lonardi