24/10/2019

Guest of Honour  di Atom Egoyan
Non sempre la verità è piacevole, non sempre si è un ospite gradito

La vita sembra trascorrere in pace. Jim e Veronica, padre e figlia, svolgono il loro lavoro armonicamente. Lui è un ispettore sanitario, lei invece è insegnante di musica in un liceo.
Tutto marcia in modo sereno finché l’autista dell’autobus scolastico comincia a notare che c’è del tenero tra la professoressa e uno degli allievi, che c’è uno scambio di messaggi su whatsapp. Ed è questo momento che snoderà molte delle verità nascoste in una famiglia dove in apparenza regnava il rispetto.

Veronica verrà accusata di molestie sessuali nei confronti di minorenni e farà i conti con la giustizia. Jim, incredulo di quanto stia accadendo, si mette in moto per il rilascio della figlia, ma avrà un’amara sorpresa perché lei vorrà rimanere in prigione.

Per Jim, apparente lavoratore impeccabile, sarà un bel colpo la decisione della primogenita e comincerà ad agire in modo più severo con i ristoratori della zona fino al punto di inventare finte anomalie o irregolarità.
A casa lo aspetta la sua mascotte, un enorme coniglio bianco a cui è affezionato e che accudisce con amore e somma attenzione, e mentre si trova da solo con lui, scoprirà un telefono cellulare dove compare un video rivelatore.

Atom Egoyan, regista di questo lavoro in concorso a Venezia 76, torna sui suoi passi per esporre quel dannato rapporto tra l’uomo e la tecnologia, torna a parlare degli strani intrecci che possono crearsi all’interno delle famiglie.

Egoyan fa enfasi questa volta sulla linea sottile che c’è tra disordine e tranquillità, di come la vita può cambiare da un momento all’altro e presentarci i conti degli errori del passato.
I personaggi di questa trama verranno sommersi nelle proprie vicende personali, facendo loro aprire quel vaso di Pandora che avevano tenuto da parte per molto tempo. “Guest of Honour” non sarà in realtà un ospite gradito, anzi.

Blanca Estela Rodriguez