02/10/2019

The Laundromat  di Steven Soderbergh
Una commedia amara sulla vicenda dei Panama Papers 

Un grande salvadanaio a forma di maiale che si poggia su diverse banconote è la rappresentazione iconografica del nuovo film di Steven Soderbergh, presentato a Venezia 76. L’opera narra le vicissitudini di una donna di mezza età che dopo una tragica vacanza, scopre che l’assicurazione del marito deceduto è una polizza falsa.
Ellen Martin (Meryl Streep) cercherà di approfondire la strana situazione di fronte alla notizia dei documento falsi  e verrà coinvolta suo malgrado in questa ragnatela di giochi loschi fino a farla apparentemente cedere, ma invece reagirà in modo astuto trasformandosi in un'altra persona.

Nei panni dei narratori e soci fondatori delle società fittizie, ci sono degli interpreti eccezionali come Gary Oldman (Jürgen Mossaci) e Antonio Banderas (Ramón Fonseca) che illustreranno una serie di casistiche, il modus operandi dell’alta finanza, atta a sfruttare il prossimo, un’arma a doppio taglio che inizialmente li avvantaggia, ma alla fine li colpisce.  

La dinamica di “The Laundromat” si sviluppa attraverso una ricostruzione tragicomica che il regista ha volutamente scelto per trascinare lo spettatore tra i diversi episodi che spiegano in modo ironico come si muovono i tentacoli della corruttela e l’inganno del mondo capitalistico.
La trama prende spunto dalle vicende del caso scottante dei Panama Papers, investigazione del premio Pulitzer Jake Bernstein che ha messo a nudo i segreti finanziari delle grandi società offshore.

Soderbergh esprime la sua visione sardonica, ma la problematica che si estende in lungo e largo il pianeta è davvero così drammatica che coinvolge tutti noi. Il cineasta segue la scia narrativa dei suoi precedenti lavori come “Ocean’s Eleven” e “Traffic”, dove i protagonisti nelle vesti di rapinatori o truffatori o politici corrotti si cimentano nello sfidare un male più grande.

Blanca Estela Rodríguez