25/09/2018

UN GIORNO ALL'IMPROVVISO  di Ciro D’Emilio

Un giorno all'improvviso è il titolo che ci lascia perplessi perché nel film quel giorno arriva proprio alla fine. Interpretazione eccellente quella di Anna Foglietta che recita la parte della madre di Antonio, ragazzo di diciotto anni che gioca a pallone in una squadra della provincia campana. Attenzione, non è il “sogno nel pallone '' o '' Sognando Beckham'', qui il calcio diventa l'unica carta da giocare.

Un rapporto morboso quello di Antonio con Miriam, che soffre di disturbi psicologici da quando il marito l'ha lasciata; due ancore che devono tenersi forza a vicenda e collaborare per tirare avanti, hanno un piccolo orto dove coltivano frutta e verdura per i venditori della zona e Antonio lavora ad una pompa di benzina quando non si allena. Tutte le mattine prepara una bevanda al limone che mette sul tavolo per Miriam, non c'è giorno che passa senza che il giovane si prenda cura della madre. Un rapporto altalenante e di complicità che cambia ora dopo ora a seconda dell'umore della madre che a volte è alle stelle altre volte li fa sprofondare nel baratro e Antonio arriva ad odiare la donna, ma subito dopo si pente e da dietro la abbraccia stampandole un bacio fortissimo.

Sono tante le storie che abbiamo visto di madri e figli in difficoltà economica e sociale da Mamma Roma in poi, tante quelle che conosciamo fuori dalla sala, ma questa ci lascia con l'amaro in bocca perché qui il protagonista fa tutto quello deve fare, il suo dovere a cui non è obbligato con ingenuità e inconsapevolezza. Un clima instabile e una “sorellina grande'' da accudire che lo mandano fuori di testa e allo stesso tempo lo costringono a mantenere la calma, in qualche modo si dovranno ripercuotere sugli altri e infatti Antonio si dilegua anche dall'amore appena questo cerca di mettergli le catene perché non è abituato ad un tipo di affetto sano e puro.

Ciro d'Emilio ha saputo tracciare il labile confine tra essere genitore e figlio, ha invertito i ruoli e li ha inseriti in un contesto dove oltre alla tristezza e alla malattia si avverte il peso di una camorra che interviene dove chi non ce la fa non ce la fa. Unica soluzione: la fuga, quella che Antonio ottiene con l'acquisto da parte di una squadra di calcio di Parma, la tombola che metterebbe in salvo i due personaggi Verghiani chiudendo per sempre le porte con una vita dura e di vergogna, in prospettiva di una serenità e un futuro vincente.

La macchina da presa indaga da vicino le sensazioni di disagio dell'adolescente e cerca di nascondere il senso di liberazione misto alla solitudine del colpo di scena finale che ci fa venire la pelle d'oca. Si aggiudica Il Premio Orizzonti per la miglior interpretazione Giampiero de Concilio, giovane promessa del cinema mainstream italiano.

Chiara De Angelis