24/11/2017

La Mélodie  di Rachid Hami

Lo hanno definito classico, già visto, non originale.
Ed è vero: La Mélodie, passato inosservato alla 74. Mostra del Cinema di Venezia, appartiene al confortevole rango dei film musicali ambientati nelle scuole. Ma lasciando da parte, per un attimo, lo storytelling, siamo davvero certi che l’intento del film sia quello di essere originale?

Evidentemente no. D’altronde l’originalità, dopo cent’anni di cinema e mille e passa di racconto, resta oramai una pretesa vuota. Quello che La Mélodie smarca e accende non è la novità, la trovata, ma il sentimento. L’opera di Rachid Hami, che firma anche la sceneggiatura, è lucente, precisa e allo stesso tempo romantica. Il regista compone un film in commovente equilibrio tra sfumature e note nette, ferree. Perché di musica si parla, e Hami ha ben chiaro in testa cosa farci “sentire”: la forza emotiva e politica del talento.

Simon Daoud (Kad Merad) è un violinista in fermo che accetta d’insegnare musica in una scuola pubblica della periferia francese, dove incappa in un coacervo di ragazzini iperattivi, cinici, che non rinunciano a essere crudeli. Daoud vacilla, non si sente adatto a rivestire il ruolo, ma il talento dirompente di uno degli alunni (Alfred Renely) lo convince a “restare”, a farlo per la musica.

Sono proprio i giovani protagonisti della classe l’anima di questo film: irresistibili, ironici e violenti, si avvicendano in un percorso appassionante, imparando a fidarsi del collettivo e facendo scaturire dal caos della giovinezza una Mélodie che li accomuna.

Se Fellini in Prova d’Orchestra ha mostrato come dalla complessità del gruppo adulto possa germogliare un equilibrio poetico, Hami sceglie con ottimismo i giovanissimi, la nuova generazione, e fa convivere nell’opera disincanto e integrazione.

Saranno loro a fare la società del futuro. Il disordine esisterà sempre, aumenterà, e per l’ennesima volta il mondo cambierà fino a diventare irriconoscibile, ma questo è il gioco della storia. Bisogna avere fiducia. Gli uomini, dopotutto, hanno dimostrato di saper accordarsi sotto la stessa nota, al di là dei tempi.
E la Mélodie è questo: un film di speranza, che fa bene al cuore, per i tempi che verranno.

Luca Tosi