05/11/2017

L’equilibrio   di Vincenzo Marra

Don Giuseppe, interpretato dall’attore teatrale Mimmo Borrelli, decide di trasferirsi nella parrocchia del suo paesino d’origine nel territorio campano. Qui fa la conoscenza di Don Antonio che prima di lasciargli il posto da parroco lo avverte su come comportarsi e come gestire alcune questioni delicate del paese.

Il territorio è impregnato dalla camorra e Don Antonio tende a favorire un atteggiamento remissivo e omertoso dei fedeli, spostando l’attenzione su altre questioni come quella dei rifiuti. Don Giuseppe si troverà così in una situazione difficile e conflittuale: ascoltare i consigli di Don Antonio e del suo braccio destro Suor Antonietta oppure farsi coinvolgere dai veri problemi che affliggono i parrocchiani? La conoscenza di Assunta e di altre persone bisognose d’aiuto, indirizzerà Don Giuseppe verso una difficile e coraggiosa scelta che metterà a repentaglio la sua vita.

Il regista Vincenzo Marra dirige con chiarezza un film che si basa su un drammatico equilibrio tra chiesa e camorra: solo la figura di Don Giuseppe riuscirà a spezzarlo. Il film si configura con uno stampo quasi documentaristico: un linguaggio essenziale, asciutto ma carico di profondità. Anche il personaggio di Don Antonio si presenta ad un primo acchito freddo e lontano dall’empatizzazione spettatoriale, ma poi con l’evolversi della narrazione, esso stesso coinvolgerà il pubblico con un climax crescente d’emozioni.

Vincenzo Marra non racconta solamente uno dei principali problemi della società campana, ma lo tratta con uno stile registico appropriato e super partes. Raramente la recitazione è sopra le righe e la narrazione è ben lontana da una fiction televisiva di prima serata: lo stile del regista è infatti essenziale quasi neorealistico, concreto a raccontare un territorio martoriato dalla camorra.

Sergio Floriani