24/10/2016

In Dubious Battle  di James Franco

Con In Dubious Battle, presentato a Venezia 73 nella sezione Cinema nel Giardino, James Franco torna dopo tre anni a cimentarsi nella trasposizione di un classico della letteratura americana, anche questa volta nella doppia veste di regista e interprete.
Siamo negli anni Trenta e il giovane attivista Jim –Nat Wolff– si offre volontario per indurre allo sciopero i raccoglitori di mele di un frutteto in California. Ad aiutarlo c’è Mac – James Franco– , un comunista più navigato e disilluso che lo guiderà nel suo percorso di crescita, insegnandogli come i soli ideali non siano sufficienti a cambiare le cose.
Giunti a destinazione, i due si guadagnano l’appoggio di London –Vincent D'Onofrio– , capo della comunità rurale, quindi Mac fa scoccare ad hoc la scintilla manomettendo una scala: l’incidente che ne consegue provoca l’indignazione dei lavoratori, che tutti insieme si ribellano. Inizia così un braccio di ferro col latifondista Bolton –Robert Duvall– , il cui esito non sarà però quello sperato.
Esattamente come la prosa di Steinbeck, la grammatica registica di Franco è sobria, descrittiva, e provvede, pur nella finzione filmica, quella che si presenta come una cronaca dell’impresa di Jim e Mac. Tuttavia, forse proprio perché prettamente narrativo, In Dubious Battle non riesce a lasciare il segno e non si spinge in profondità nella disamina dei personaggi, nemmeno quando si viene a Jim, combattuto tra il desiderio di servire la causa e quello di costruirsi una vita con la figlia di London.
Tenendo conto anche della generale empatia cui è impossibile sottrarsi, a livello di sceneggiatura siamo davanti a una ennesima “epopea degli umili e degli oppressi” improntata a stilemi ormai desueti, dove personaggi di basso rango assurgono a una statura eroica in contrapposizione ai padroni, ovvero il male incarnato. La pellicola è certamente valevole ma quest’ultima sfumatura ne smorza il mordente, poiché banalizza la condizione della classe lavoratrice e la sua lotta per la conquista di uguali diritti.

Giovanni Stigliano