07/10/2016

Jours de France  di Jérôme Reybaud

Qui alla Mostra del Cinema di Venezia, spesso accade che dietro ai film meno attesi si nascondano piccole perle firmate da autori misconosciuti, che riescono a rivelarsi anche molto più validi di altri titoli molto più reclamizzati. È questo il caso di Jours de France, primo lungometraggio di fiction di Jérôme Reybaud, già regista del documentario Qui êtes-vous Paul Vecchiali? nel 2012. Il film, presentato nella sezione Settimana della Critica, è una commedia agrodolce che, analizzando le vicende di due personaggi lontani da ogni cliché e stereotipo, stravolgono i canoni della commedia romantica.
Pierre Thomas e Paul sono una felice coppia di Parigi che sembra non poter passare tempi migliori: condividono gli stessi interessi per la musica e per la cultura, partecipano attivamente a ogni attività della mondana capitale francese, passano assieme tutto il tempo possibile. Eppure a Pierre Thomas questo apparente idillio sembra andare stretto, al punto da portarlo a fare una drastica decisione: lasciarsi tutto alle spalle e partire per un viaggio in macchina in giro per la Francia, fermandosi solo per dormire e per qualche scappatella occasionale con completi sconosciuti. Appena verrà a sapere della fuga del suo innamorato, Paul partirà al suo inseguimento.
Quando si fa un film che parla più o meno direttamente del proprio paese, gli errori principali possono essere due: o quello di prodursi in un melenso e campanilistico elogio della patria, oppure quello di prodursi in un attacco generico e rancoroso contro tutte le contraddizioni e tutti i problemi della nazione che ci ospita da quando siamo nati. Reybaud, pur dedicando tutto il film a una vera e propria perquisizione della Francia da ovest a est, riesce ad evitare entrambe le derive.
Per ognuno dei quattro giorni passati fuori casa, Pierre Thomas si ferma in quattro posti diversi incontrando ogni volta un personaggio differente, più o meno allegorico della regione in cui si trova; a questi personaggi però, principalmente donne anziane dai tratti un po’ macchiettistici, sono contrapposti i ricordi di Pierre Thomas legati a quel luogo, oltre agli splendidi paesaggi che la regia di Reybaud, tramite ampie panoramiche e riprese in camera-car per niente banali, ci regala. Altro tratto più che positivo del film è il modo in cui Reybaud affronta l’argomento sesso: tutte le scene di sesso presenti nel film ritraggono rapporti occasionali, quasi casuali, avuti dal fino ad allora fedelissimo e monogamo Pierre Thomas, che appunto in contrapposizione alla noia e alla monotonia della sua vita a Parigi decide di dedicarsi a una sorta di “giro dei sapori” tra un angolo e l’altro della Francia, in un continuo sperimentare che serve al protagonista per purificarsi dalla monotonia da cui sta fuggendo.
In conclusione, Jours de France è un film più che valido che, oltre a dare un’immagine originale della Francia rappresenta anche un notevole esempio di rinnovamento della struttura classica della commedia di coppia.

Tommaso Faoro